giovedì 8 settembre 2011
Vox populi
Ho rifletutto sui motivi per cui è necessario scrivere silenzi. Le montagne hanno un loro linguaggio, spesso frainteso, a volte doloroso. Di recente due soccorrittori alpini, Aldo e Alberto, hanno perso la vita nel tentativo di salvarne altre. La montagna richiede anche questo: il sacrificio. Il mio rapporto con le cime si sustanzia di sensazioni e afflati quasi mistici, di colori tiepidi oppure infuocati. Che ne so io delle pene e delle sofferenze, della lotta contro la roccia nuda e scarna? Assolutamente nulla. Posso cantare le tinte pastello dei prati e le ombre profonde dei boschi. Sono, in sintesi, un'acuta osservatrice che mette su tela le proprie emozioni. Conosco, dei monti, la natura benigna, la riserva di doni eccellenti, il miracolo della vita selvatica. Ignoro la dinamica violenta e prevaricatrice di una massa di sassi che si scaraventa sull'uomo inghiottendolo. Anche questo è un aspetto che devo considerare. Che la natura non è parsimoniosa.
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