mercoledì 25 maggio 2011

Gatti

E' un caldo pomeriggio di fine primavera e osservo i miei gatti addormentati che pigramente allungano le loro zampe e ogni tanto scuotono la testa, immersi in dolci sogni felini. Oceano è disteso sul mobile che serve per stirare e lo ricopre per l'intera lunghezza. La bella corporatura rivestita di lucido pelo nero si distende con grazia e armonia sull'asse dei panni. Mi chiedo come sia possibile che io riesca a capire il linguaggio di questi animali, a comunicare con loro senza problemi e, invece, ad avere sovente problemi con gli umani. Oceano spalanca i suoi grandi occhi ambrati ed emette uno "Wakawaa" prolungato quando vuole richiamare la mia attenzione sulla ciotola del cibo. Invece pare che il mio dialogo con te, mio caro conquistatore di vette, sia drammaticamente interrotto. Sì, ho la presunzione di parlarti così, perchè so che bazzichi da queste parti, malgrado l'atteggiamento ruvido e, a dir poco, incivile. Ribadisco che la differenza fra noi è forte. Il pregiudizio nei miei riguardi altrettanto violento. A mia discolpa posso dire, sempre che vi sia la necessità di discolparsi di qualcosa, che nessuno canterà mai la montagna meglio di me. Il punto è solo questo. Io ho una visione ideale, meravigliosa e incontaminata. Naturalmente mi riferisco agli ambienti, non alle persone. Tu continua a scalare. Io porterò la montagna altrove, nell'unico luogo in cui anche altri possano conoscerla e condividerla: la letteratura.

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