Dovrete sopportarmi anche per le vacanze natalizie perché sono in partenza. Ho già assaporato qualche iniziativa fausta via FB, tipo la festa dell'ultimo dell'anno alle scuole... bravi questi giovani che non si fanno macare nulla. Suggerisco anche di andare a sentire il coro Fodom che canta il 30 dicembre... l'indirizzo sul momento non lo ricordo, ma prometto di fornirlo. So che è caduta la prima neve. Un bene per gli albergatori, meno per me che dovrò ricorrere alle catene. A prestissimo!
P.S. per Katia: la Messa di Natale, della Vigilia è a mezzanotte??? Se sì, mandare messaggio di conferma. Grazie!
giovedì 22 dicembre 2011
giovedì 8 dicembre 2011
Again
Ebbene sono di nuovo qui, circondata dai profili dei pallidi monti. La stagione è oltremodo clemente. I prati che dovrebbero essere devastati dalle intemperie, sono in realtà pronti a far germogliare le prime gemme. Niente inverno quest'anno, nessuna distesa di neve pronta a soddifare le brame degli albergatori. In cima allo Staulanza c'era il sole che imperava su una landa desolata. Ed io mi trovo qui, nel solito posto con gli amici di sempre. Ed è un miracolo, per me, che ritrovo una casa e una vita.
domenica 27 novembre 2011
La prima domenica di Avvento
Vi lascio il mio cuore in usufrutto in questa occasione. Amo la magia del Natale. Non per la ricerca smodata di doni da collocare sotto un albero, un abete per essere precisi, che abbiamo importato dalle tradizioni del Nord Europa. Il Natale chiama la pace e la serenità dell'anima. Su queste premesse so che devo fare ammenda per quanto, probabilmente, ho scritto in passato e ha nuociuto a molte persone. A mia discolpa posso affermare che i grandi dolori si sanano con gesti estremi. Di una cosa voglio che siate sicuri: io amo la montagna, il mio piccolo paese sperduto in una valle dolomitica, con tutta me stessa. E' l'unico luogo che io considero CASA. Nel cimitero della chiesa ci sono le spoglie di mio padre. Non oso mai avvicinarmi alla tomba, perché, quella croce di metallo si erge su ciò che io ho avuto in vita e che per me esiste nel ricordo e nel legame unico che stringo facendo la Comunione ogni domenica. Vorrei che fosse chiaro, a distanza di mesi dalla pubblicazione del mio libro, che l'amore ci porta a gesti a volte sconsiderati. Non rimpiango nulla, del resto. Probabilmente rifarei la stessa cosa un milione di volte. Voglio, però, che vi resti la cifra unica del mio agire. Io devo e voglio scrivere anche se questo gesto mi aliena la simpatia di molti. Sono terribilmente imperfetta e altrettanto appassionata. Di cuore. Sara
giovedì 24 novembre 2011
L'appassionata e altro
Ho finito il libro, insomma sto tirando le somme e sono molto contenta. Del resto scrivere è l'unica cosa che mi dà un'autentica soddisfazione. Giorgio parimenti si compiace e spero non mi mandi a quel paese se dovesse scoprire un giorno che poi non sono così brava come crede. Il nuovo lavoro mi sta esaurendo,al punto che ho gli incubi la notte. Detto questo mi auguro di poter prendere un giorno libero e salire per il ponte dell'Immacolata. Il tempo quaggiù è splendido e, sinceramente, agogno un po' di sano freddo di stagione. Non ho altro da aggiungere. Attendo con ansia di rivedervi presto. Con affetto.
sabato 12 novembre 2011
weekend
Perdonatemi se ho disertato questi spazi... ma sto finendo il libro. E' un impeto, un'urgenza che non ammette deroghe. Ci sarebbe dell'altro, ma vi chiedo di incrociare le dita. Se andrà bene, lo racconterò al chiosco l'8 dicembre prossimo venturo. Altrimenti... sarà stato solo un tentativo... un modo come un altro per esportare le montagne in città. Buon fine settimana a tutti.
P.S. per Katia, Paolo e Manuela: grazie per essermi vicini.
P.S. per Katia, Paolo e Manuela: grazie per essermi vicini.
martedì 1 novembre 2011
La voglia dei numeri primi
E' di recente scomparso un giovane motociclista e la rete, come la televisione, pullula di facinorosi. Non avevo idea di chi fosse Marco Simoncelli fino a quest'ondata di pubbilicità inattesa. Trovo il motociclismo uno sport assurdo, al pari della formula uno, ma queste sono mie personali opininioni e, per di più, discutibili. Mi ha sorpreso, piacevolmento sorpreso, la dignità infinita della famiglia e la semplicità del ragazzo. La famiglia non ha perso un campione in lizza per un titolo mondiale: ha perso un figlio, un ragazzo di soli 24 anni. Vorrei suggerire un po' di rispetto innanzi a quanti pubblicano foto ricordando Marco solo perché è CLAMOROSAMENTE morto. E se fosse semplicemente vissuto? Se fosse stato uno come gli altri, uno studente universitario o un impiegato comunale qualcuno si sarebbe preso la briga di farsi fotografare con lui mentre scala una cima o si sarebbe dedicato ad affiggere manifesti? No, il dolore sarebbe rimasto privato e unico. Per cui trovo raccapricciante che qualcuno speculi sulla morte di questo giovane per avere pubblicità gratuita... della serie: "Oh, ma io l'ho conosciuto!". Che schifo. Non si ha nemmeno più rispetto della morte. Mi riferisco a qualcuno in particolare, in questa sede, dato che bazzico il suo blog. Il cugino giornalista troverà delle attenuanti, io no. La cosa mi ripugna. E' morto un ragazzo, Cristo Santo. Un po' di rispetto. Evitiamo di guadagnarci questa volta. Me la sono già bevuta la storia del compianto defunto caduto in montagna. E c'ero quasi cascata. Quanto sono belle le parole quando servono ai propri scopi personali. Che qualcuno adesso mi convinca del contrario.
giovedì 6 ottobre 2011
Concorso
Mi hanno chiesto, con insistenza e ripetuta sollecitudine malgrado le mie resistenze, di iscrivermi a un concorso per la letteratura edita. Il bando scade il 15 p.v. e sono in attesa che Pellegrinon mi faccia avere per posta le copie del libro che servono per partecipare. Starò alla sorte. Se le copie arrivano in tempo, significherà che dovrò concorrere per il Fiorino d'Oro, ambito premio fiorentino annuale.
Non è qualcosa in cui credo ma devo dar ascolto ogni tanto ai miei consiglieri.
Qualora dovessi vincere, sarà il destino a volerlo oppure una più alta ragione.
Qualcuno la scorsa estate mi ha ricordato che i panni sporchi vanno lavati in Arno... poco metaforicamente è anche questo un modo per farlo. Il luogo della premiazione è a Palazzo Vecchio che è quanto di più vicino all'Arno ci possa essere insieme al Ponte Vecchio...
Non è qualcosa in cui credo ma devo dar ascolto ogni tanto ai miei consiglieri.
Qualora dovessi vincere, sarà il destino a volerlo oppure una più alta ragione.
Qualcuno la scorsa estate mi ha ricordato che i panni sporchi vanno lavati in Arno... poco metaforicamente è anche questo un modo per farlo. Il luogo della premiazione è a Palazzo Vecchio che è quanto di più vicino all'Arno ci possa essere insieme al Ponte Vecchio...
lunedì 3 ottobre 2011
Chiusura chiosco
E' prevista per sabato prossimo 8 ottobre la chiusura del chiosco di Silver con festa di vino e castagnata. Per me sarà impossbile partecipare ma auguro a tutti una serata all'insegna del divertimento. Sto valutando di concedermi almeno 4 giorni sulle vette e, attendo, di conseguenza la fine del mese e la festa di Ognissanti. Se Dio ci assiste potrei venire su anche con mio fratello, mio cognata e le mie nipoti. Un bel modo per celebrare la festa con le bambine che, così, potranno conoscere gli ambienti a noi cari e familiari. Ma sopratutto potranno vedere i larici intessuti di brume autunnali e godere di quell'atmosfera mistica e particolare che solo l'autunno inoltrato conferisce ai monti.
domenica 2 ottobre 2011
2 ottobre
Scrivo silenzi e di voragini e di abissi che non occultano il dolore del cuore.
In memoria.
2 ottobre 2001
venerdì 30 settembre 2011
Sabato
Avevo pensato di prendere la mia panda rossa e inforcarla come una strega che si rispetti inforcherebbe una scopa, arrivare di soppiatto (ma - non troppo- a Colle) e presentarmi al chiosco per l'ora dell'aperitivo munita di prosciutto e pane toscano DOC per improvvisare, sul momento, un happy-hour alternativo....
Le sorelle Sief invece hanno organizzato una gita al Senes, alla quale chiaramente non posso partecipare per qualche piccolo dettaglio geografico... (Katia, lo so te lo devo comunicare almeno con una settimana di anticipo!!!) Mi toccherà rimandare il tutto! Patrick De Michiel è riuscito a compiere gli anni incolume, il che è tutto dire considerato che, comunque, la scorsa estate giravo per le vie motorizzata. Mi ha chiesto di lasciarlo arrivare a 29 anni... tutto dipende da come si comporterà in sede di nuovo anno. Non sono decisioni che si possono prendere su due piedi (anche su questo punto Patrick converrà con me, visto che per poco di piedi gliene rimaneva uno solo). Buon WE a tutti!
Le sorelle Sief invece hanno organizzato una gita al Senes, alla quale chiaramente non posso partecipare per qualche piccolo dettaglio geografico... (Katia, lo so te lo devo comunicare almeno con una settimana di anticipo!!!) Mi toccherà rimandare il tutto! Patrick De Michiel è riuscito a compiere gli anni incolume, il che è tutto dire considerato che, comunque, la scorsa estate giravo per le vie motorizzata. Mi ha chiesto di lasciarlo arrivare a 29 anni... tutto dipende da come si comporterà in sede di nuovo anno. Non sono decisioni che si possono prendere su due piedi (anche su questo punto Patrick converrà con me, visto che per poco di piedi gliene rimaneva uno solo). Buon WE a tutti!
martedì 27 settembre 2011
Io
Voglio darvi un'immagine di me per non continuare ad essere considerata una deprecabile accidiosa da poter essere collocata in qualche girone dell'Inferno dantesco. Esco di casa alle 8 del mattino e torno a casa alle 8 di sera. La mia attività onirico-cerebrale si concentra durante la pausa pranzo. Girovago per le strade del centro e contemplo i vetusti monumenti che rendono questo sito affascinante e famoso. Eppure io vorrei vedere le montagne. Osservo le folle accalcate in fila di fronte alla Galleria dell'Accademia nella speranza di aver accesso alle meraviglie scolpite da Michelangelo e io desidero le più alte fatture dell pendici del Pelmo. Sono un'inguaribile romantica. O forse non so di inverni troppo lunghi e nevosi. Non so un accidenti di cose, come, ad esempio, come coniugare un qualsiasi verbo in lingua ladina per l'intero, in tutti i tempi e i modi. Eppure mi vedo costretta fra palazzi stupendi e opere d'arte magnifiche senza respiro. Non mi dovrei lamentare così. Il vantaggio è che posso fare shopping senza requie, pranzare in ristoranti alternativi e avere una connessione illimitata a internet. Ma ne vale veramente la pena????
domenica 25 settembre 2011
Empatia
Io lo vedo affrontare la cima con orgoglio, attanagliato al suo pezzo di roccia. So che sta in parete per un milione di motivi, di cui solo la minima parte arriverà alle folle compiacenti che si bevono qualche filmino in una calda serata di estate. Io conosco i motivi, io li leggo. Negli sforzi di ripercorrere gli stessi sentieri inseguendo un'alba smarrita per altri, nell'orizzonte che si apre sopra le vette nude in cerca di un uomo perduto. Io so. Dov'è l'origine e dove sarà la fine. Si nutre di sole, di roccia e di speranze. Avrò bisogno di due anni. Due anni perché mi sia concessa un minimo di fiducia.
sabato 24 settembre 2011
Sabato
In questa città il clima è ancora mite e piacevole, i colori sono sempre accesi e non hanno ancora ceduto alle tinte calde dell'autunno. Per farla breve, sembra ancora estate. So che a Colle è nevicato e, immagino già la mia casa ammantata di un soffice strato di neve. Sogno il larici e i frassini che cambieranno presto la veste intonandosi alla nuova stagione. Sto cercando di calcolare quando potrò tornare in paese e guardo il calendario alla ricerca di fine settimana allungato che mi conceda questo svago. La mia vita adesso è molto più impegnata e ringrazio Dio che lo sia. Desidero, comunque, mantenere inalterato il mio contatto con i monti. Farò il possibile, se non l'impossibile per riavere le mie montagne. Buon weekend a tutti.
martedì 20 settembre 2011
L'incantesimo della vita
Il tempo è circolare. L'eternità è un punto fermo. A volte il cerchio è così piccolo da poter essere un punto, e questo è un sofisma, creato da me. Domani è l'equinozio d'autunno. Vedo la stagione cambiare e il cielo scendere alla sera con la solita ingombranza attesa e le ombre sempre più lunghe che fagocitano spazi di luce. Mi chiedo se, nel mio camminare per le vie di una città rumorosa, ci siano immagini sufficienti che io possa invocare e anelare, qualche vetta scolpita dalla mano di Dio e imbevuta dalla sorprendente iridescenza di un tramonto settembrino. Vi supplico di trasmettermi la gioia di un'immagine riflessa.
martedì 13 settembre 2011
Considerazioni
Credo di essermi fatta un po' di terra bruciata intorno dopo la pubblicazione de I Larici. Mi aspettavo delle reazioni che sono piovute precise come le disgrazie annunciate. Non sono certo sconvolta o demoralizzata. Ho fatto questa riflessione in seguito a un episodio, in realtà un matrimonio di un mio conoscente, forse si potrebbe dire un amico, che ha sposato una ragazza di ben 23 anni più giovane di lui. Che cosa possono avere in comune persone così distanti per età? Mi interrogo su questo perché si tratta di ben due generazioni. Di conseguenza sono convinta di aver sancito, a volte, legami con persone che non avevano nulla a che vedere con me. Se ci fosse stato un genuino interesse al dialogo, un terreno d'incontro si sarebbe potuto ricreare. Le cose non sono andate così. Per cui mi lascio alle spalle i residui del passato e vado avanti.
domenica 11 settembre 2011
Amici
Ho omesso di raccontare che abbiamo ricevuto la visita gradita, anche se brevissima, di Luca Lorenzini. E' stata davvero una toccata e una fuga e ci siamo ripromessi di reiterare in un'occasione di maggiore calma (lavorativa per me e le mie coinquiline). Ringrazio Patrick De Michiel per i prevedibilissimi commenti che ha inviato via SMS... che poi non si lamenti se ogni tanto tento di stendere il suo metro e novanta al suolo per decorare l'asfalto. Fra le news vi comunico che è uscita una recensione del libro sul Gazzettino di Belluno in data 4 settembre. Due righe piuttosto encomiastiche, il che mi fa capire che altrove sono stata ben accolta. Naturalmente senza la Katia Sief non l'avrei mai saputo. Il senso di tutto questo discorso è che sono contenta delle amicizie consolidate e di quelle nuove che cerco di tessere. Grazie di cuore.
sabato 10 settembre 2011
I viaggi della mente
Auspico la condivisione. Nelle mie due settimane di vacanze a Colle ho intrapreso lunghe passeggiate da sola. Non che la cosa mi sia dispiaciuta. C'era sempre qualche turista a cui rivolgere la parola e la sorpresa continua di un universo in movimento che contribuiva a rinnovare lo spettacolare che è, e, sempre, sarà dentro di me. Però mi sono domandata (a parte l'interludio in cui Riccardo è stato con me) se non sarebbe stato bello sperimentare queste fonti di esistenza con i locali non impegnati nelle solite vicissitudini giornaliere. Non è come chiedere a qualcuno di cavalcare una scopa, cosa che per altro io so fare benissimo visto i miei proverbiali attributi di strega e di eretica... (ehe ehe). Quindi chiamando fuori la Katia che è stata impegnata nelle ristrutturazioni domestiche e che si è sempre dimostrata sensibile in tal senso (e qui comprendo anche Visio e la Sabri a ragion veduta) vi pongo la domanda seguente: c'è qualcuno che, a parte leggermi, mi dedicherebbe una giornata per andare a camminare da qualche parte? Naturalmente la prossima estate.
giovedì 8 settembre 2011
Vox populi
Ho rifletutto sui motivi per cui è necessario scrivere silenzi. Le montagne hanno un loro linguaggio, spesso frainteso, a volte doloroso. Di recente due soccorrittori alpini, Aldo e Alberto, hanno perso la vita nel tentativo di salvarne altre. La montagna richiede anche questo: il sacrificio. Il mio rapporto con le cime si sustanzia di sensazioni e afflati quasi mistici, di colori tiepidi oppure infuocati. Che ne so io delle pene e delle sofferenze, della lotta contro la roccia nuda e scarna? Assolutamente nulla. Posso cantare le tinte pastello dei prati e le ombre profonde dei boschi. Sono, in sintesi, un'acuta osservatrice che mette su tela le proprie emozioni. Conosco, dei monti, la natura benigna, la riserva di doni eccellenti, il miracolo della vita selvatica. Ignoro la dinamica violenta e prevaricatrice di una massa di sassi che si scaraventa sull'uomo inghiottendolo. Anche questo è un aspetto che devo considerare. Che la natura non è parsimoniosa.
mercoledì 31 agosto 2011
Saluti
Questo è il mio ultimo post. In tutta sincerità, malgrado mi si accusi del contrario, sono io stanca di vedere le mie parole usate e distorte nei modi più vili. Non voglio più creare problemi e nemmeno averne. Laddove io possa aver offeso e ferito, chiedo di porre ammenda. Nell'abbandonare questi spazi, faccio però un percorso a ritroso, e voglio raccontare una storia, una storia vera.
Il dolore ti fa fare strane cose. Io credo di aver incanalato parte della mia sofferenza e della mia nostalgia tra le pagine di un libro. Lo scopo primario non era certo quello di scatenare l'inferno. In più mi piaceva un ragazzo e mi piaceva pensare di poter scrivere di lui. Ho sempre avuto una visione estremamente ideale di tutto, senza prevedere le conseguenze. Ma non ho mai usato le parole, lo scritto, per conseguire uno scopo. Volevo solo conoscere una persona. E le potevo soltanto scrivere. Questa, in realtà, è la storia che ha generato tanto scandalo e di cui mi si accusa sostenendo che mi servo di terzi per farmi pubblicità.
E' per questo che me ne vado. Perché, se come sostenete io non ho capito niente del vostro mondo perfetto, in cui tutto riluce della splendida bellezza della rocce dolomitiche, voi non avete colto né mai coglierete, forse, la natura e l'essenza più profonda della mia anima. Ho aggredito, lo riconosco. Ma vengo attaccata continuamente alla giugulare. E' stata solo legittima difesa.
Il dolore ti fa fare strane cose. Io credo di aver incanalato parte della mia sofferenza e della mia nostalgia tra le pagine di un libro. Lo scopo primario non era certo quello di scatenare l'inferno. In più mi piaceva un ragazzo e mi piaceva pensare di poter scrivere di lui. Ho sempre avuto una visione estremamente ideale di tutto, senza prevedere le conseguenze. Ma non ho mai usato le parole, lo scritto, per conseguire uno scopo. Volevo solo conoscere una persona. E le potevo soltanto scrivere. Questa, in realtà, è la storia che ha generato tanto scandalo e di cui mi si accusa sostenendo che mi servo di terzi per farmi pubblicità.
E' per questo che me ne vado. Perché, se come sostenete io non ho capito niente del vostro mondo perfetto, in cui tutto riluce della splendida bellezza della rocce dolomitiche, voi non avete colto né mai coglierete, forse, la natura e l'essenza più profonda della mia anima. Ho aggredito, lo riconosco. Ma vengo attaccata continuamente alla giugulare. E' stata solo legittima difesa.
lunedì 29 agosto 2011
Il mondo alla rovescia
Per essere una tanto detestata sono anche una che viene letta. Riferite a Soratroi che le sue reazioni sono ben accette e che erano anche calcolate. La sua parcella professionale verrà saldata. Quanto al resto, se questo sia o meno gossip, oppure una dichiarazione di uno stato della mente o una sofferenza dell'anima, invoco la sentenza più alta di altri giudici. Ribadisco che, nel non essere accettati, si usano le differenze e non le somiglianze e si affilano le punte acuminate delle proprie lance. Il mio mondo è fatto di parole. Come io usi i sintagmi e le sillabe per innalzare e distruggere è frutto della mia caparbietà e, sicuramente, dell'isolamento nel quale sono stata reclusa. Per certo rifiuto l'accusa di usare i miei metodi per accaparrarmi la simpatia della gente. Dal libro non ho riscosso diritti, ergo, non ci sono stati guadagni materiali. Ho, in compenso, la certezza, di non valere così poco se suscito reazioni tanto devastanti. In genere l'inettitudine e la stupidità generano solo indifferenza. Per cui, dato che sono stata bandita dalle lungimiranti e proverbiali grazie del nuovo Messner, fategli giungere forte e chiaro il seguente monito (già per altro espresso): la fama non è un fatto reale, io sono ciò che decido di essere, non ciò che gli altri pensano di me. Mi sorprende vedere la rabbia, laddove il mio essere nulla, tanto evocato, dovrebbe dare luogo al silenzio. Mi sorprende, altresì, che possa conoscere tanti dettagli quando palesemente declara che non mi legge e che quello che scrivo è spazzatura. Dite anche a Gianpaolo che vede ciò che vuole vedere attraverso la cortina offuscata dei suoi occhi. E poi, come si direbbe per legge, sia fatto salvo e impregiudicato ogni altro diritto.
domenica 28 agosto 2011
La striscia di Gaza e gli intoccabili
Siamo arrivati al punto in cui il limite ultimo per me di espansione territoriale coincide con la curva della strada che mi porta a Pont. Oltre quel limite, come giustamente ha osservato Silver, il terreno è minato e, metaforicamente, il chioschista, illuminato da reminescenze geo-politiche, ha definito la zona terreno di conflitti, ovvero "La striscia di Gaza".
Là risiedono gli "untouchables" e per chi abbia mai visto "Il Padrino" di Coppola, non credo siano necessarie ulteriori spiegazioni. Sono la casta eletta, un manipolo di pseudo-politicanti che decidono le sorti del paese.
Detto questo, voglio inserire in questa sede il resoconto di una mia esperienza per chiarire come la "casta" scelga e gestisca i suoi intrattenimenti.
Ho partecipato a una serata alle scuole che aveva come tema la proiezione di un video sull'ascesa all'Aconcagua. Mi sono sorpresa nel dover constatare che gli interventi non sono ammessi se non gestiti come in prima media, ovvero per alzata di mano, con il professore di turno che ti concede di intervenire solo e quando lo decide lui. In una pausa dialogica in cui di permetti di fare un'osservazione (e pure encomiastica, aggiungo) vieni trattata al pari del nemico da eliminare a suon di mitra. Inesistente il senso dell'umorismo, che potrebbe risollevare simili serate dall'ossidata commiserazione per uno scalatore, il quale, dopo aver progettato per un anno una spedizione, si è fermato a 4000 metri perché aveva dimenticato a casa il diuretico. Se non si arriva in vetta, a 6950, come richiesto dalla via del trekking perché si soffre di male d'altitudine, il mondo va comunque avanti. Non è esattamente come perdere una gamba in un conflitto a fuoco mentre stai portardo soccorsi sulla linea di guerra tra l'Eritrea e l'Etiopia. Tutta questa presunzione altezzosa da galli cedroni con la coda spiegata che non riconosce la semplicità e la vittoria di chi lo merita (ovvero di chi veramente la vetta se l'è conquistata) deve essere messa a tacere. Ma già. Chi arriva per primo merita solo un filmato di venti minuti. Chi non arriva, invece, si gode il plauso delle folle e gli abbracci di tronfi palloni gonfiati biondi della casta locale. Se è lecito citare Sant'Agostino (e scomodiamo pure un santo per le intemperanze da andropausa di uno scalatore) se ti dai tanto da fare per conquistare una cima, ti inerpichi, sali, fai tanta fatica, e poi non riesci a trovare te stesso, che senso ha?
Per questa citazione devo ringraziare Ivano Pallua.
La sintesi del mio discorso è che si possono apprezzare idealmente le capacità di una persona, come quelle di un alpinista, che sono indubbie, perché lassù, o a metà della strada o ovunque si trovi prima di conquistare la cima, ha una visione del creato che io non avrò mai, che io potrò solo IMMAGINARE.
La cesura sta nel fatto che per quanto grande, ammirevole, ammirato e prode possa essere l'alpinista, se lo liberi da atrezzatura e scarponi, il più delle volte, resta solo un uomo. E spesso un uomo mediocre.
Mi sono dovuta, amaramente, convincere di questo. Per cui, rivolgendomi a quanti sanno a chi è indirizzato questo scritto, comunico che mi sono liberata della mia ossessione. Non ci sono sentieri, né ce ne saranno mai, che da Firenze possano condurre sul Col di Lana.
Là risiedono gli "untouchables" e per chi abbia mai visto "Il Padrino" di Coppola, non credo siano necessarie ulteriori spiegazioni. Sono la casta eletta, un manipolo di pseudo-politicanti che decidono le sorti del paese.
Detto questo, voglio inserire in questa sede il resoconto di una mia esperienza per chiarire come la "casta" scelga e gestisca i suoi intrattenimenti.
Ho partecipato a una serata alle scuole che aveva come tema la proiezione di un video sull'ascesa all'Aconcagua. Mi sono sorpresa nel dover constatare che gli interventi non sono ammessi se non gestiti come in prima media, ovvero per alzata di mano, con il professore di turno che ti concede di intervenire solo e quando lo decide lui. In una pausa dialogica in cui di permetti di fare un'osservazione (e pure encomiastica, aggiungo) vieni trattata al pari del nemico da eliminare a suon di mitra. Inesistente il senso dell'umorismo, che potrebbe risollevare simili serate dall'ossidata commiserazione per uno scalatore, il quale, dopo aver progettato per un anno una spedizione, si è fermato a 4000 metri perché aveva dimenticato a casa il diuretico. Se non si arriva in vetta, a 6950, come richiesto dalla via del trekking perché si soffre di male d'altitudine, il mondo va comunque avanti. Non è esattamente come perdere una gamba in un conflitto a fuoco mentre stai portardo soccorsi sulla linea di guerra tra l'Eritrea e l'Etiopia. Tutta questa presunzione altezzosa da galli cedroni con la coda spiegata che non riconosce la semplicità e la vittoria di chi lo merita (ovvero di chi veramente la vetta se l'è conquistata) deve essere messa a tacere. Ma già. Chi arriva per primo merita solo un filmato di venti minuti. Chi non arriva, invece, si gode il plauso delle folle e gli abbracci di tronfi palloni gonfiati biondi della casta locale. Se è lecito citare Sant'Agostino (e scomodiamo pure un santo per le intemperanze da andropausa di uno scalatore) se ti dai tanto da fare per conquistare una cima, ti inerpichi, sali, fai tanta fatica, e poi non riesci a trovare te stesso, che senso ha?
Per questa citazione devo ringraziare Ivano Pallua.
La sintesi del mio discorso è che si possono apprezzare idealmente le capacità di una persona, come quelle di un alpinista, che sono indubbie, perché lassù, o a metà della strada o ovunque si trovi prima di conquistare la cima, ha una visione del creato che io non avrò mai, che io potrò solo IMMAGINARE.
La cesura sta nel fatto che per quanto grande, ammirevole, ammirato e prode possa essere l'alpinista, se lo liberi da atrezzatura e scarponi, il più delle volte, resta solo un uomo. E spesso un uomo mediocre.
Mi sono dovuta, amaramente, convincere di questo. Per cui, rivolgendomi a quanti sanno a chi è indirizzato questo scritto, comunico che mi sono liberata della mia ossessione. Non ci sono sentieri, né ce ne saranno mai, che da Firenze possano condurre sul Col di Lana.
venerdì 26 agosto 2011
Tirando le somme a fine stagione
Agosto è ormai agli sgoccioli e sebbene le temperature rasentino ancora vertici da record le vacanze sono finite e i turisti stanno abbandonando le valli ladine per fare ritorno in città.
Tra le novità mi pare giusto ricordare che Alberto Colleselli è stato nominato Presidente della Riserva Alpina di Caccia, mentre non ho notizia dei destinatari delle altre carcihe.
Domani sera, alle 20.30, presso la sede delle scuole comunali di Colle, verrà proiettato il video sulla scalata dell'Aconcagaua.
Per concludere i migliori auguri di una pronta guarigione a Davide Colleselli, il quale si è infortunato durante una partita di calcio con una squadra locale.
Tra le novità mi pare giusto ricordare che Alberto Colleselli è stato nominato Presidente della Riserva Alpina di Caccia, mentre non ho notizia dei destinatari delle altre carcihe.
Domani sera, alle 20.30, presso la sede delle scuole comunali di Colle, verrà proiettato il video sulla scalata dell'Aconcagaua.
Per concludere i migliori auguri di una pronta guarigione a Davide Colleselli, il quale si è infortunato durante una partita di calcio con una squadra locale.
domenica 21 agosto 2011
I signori dei larici
Credo sia arrivato il momento che mi recensisca da sola. Ho il sospetto che non si sia colto il vero significato del libro al di là di qualche punta critica e sarcastica. Premetto che, normalmente, durante la stesura si sceglie uno stile, e, anche senza dilungarsi in eccessivi dettagli tecnici, è necessario capire che per mantenere viva l'attenzione del lettore è opportuno ricorrere a tutti gli stratagemmi che lo scrittore ha a disposizione, in sintesi scoccare tutte le frecce della faretra: emozioni, critica, ironia, sarcasmo, polemica. La gamma del sentimento va esplorata e riprodotta per intero se non fosse per una vile operazione di marketing. Che poi il messaggio di fondo da lanciare rimanga nascosto tra le pieghe dello scritto e che solo alcuni meritevoli possano coglierlo, non è un problema che mi riguardi. Non a me tocca il compito dell'esegesi.
Punto numero due: so che vi eravate abituati ai pastori modello Arcadia evocati da mio padre come il fantasma di Amleto, alle memorie di una vita dura e bastarda che però si sfumava nella poesia e nei vagheggiamenti della lontanza e del ricordo. Capisco appieno che sia più facile sfogliare le pagine di un libro pieno di nomi di montagne, di luoghi e fiori. Capisco, altresì, quanto sia duro accettare che l'asse di un certo tipo di vita stia altrove, possa essersi spostato altrove. Mi sorprende scoprire che vi sconvolge un Verismo degno di una pagina dei Malavoglia quando descrivo il colore di un'anima mentre siedo sullo sgabello di un chiosco e bevo come beve un uomo mentre alle donne per bene è solo concesso rimanere chiuse al sicuro del loro focolare e nella secreta e, come affermano, inviolata intimità del talamo. Cosa vi aspettate che dica? Che sono tutti bravi, buoni, felici e contenti come conigli pasquali, che tutti vanno d'accordo, che non ci sono mai liti né contrasti, che la gente è disponibile e accogliente, che nessuno tradisce nessuno e che le uniche corna che si vedono sono i palchi dei cervi e dei caprioli appesi negli ingressi. La pastorale a tinte virgiliane di tipo encomiastico ve la fate comporre su commissione.
Punto numero due: so che vi eravate abituati ai pastori modello Arcadia evocati da mio padre come il fantasma di Amleto, alle memorie di una vita dura e bastarda che però si sfumava nella poesia e nei vagheggiamenti della lontanza e del ricordo. Capisco appieno che sia più facile sfogliare le pagine di un libro pieno di nomi di montagne, di luoghi e fiori. Capisco, altresì, quanto sia duro accettare che l'asse di un certo tipo di vita stia altrove, possa essersi spostato altrove. Mi sorprende scoprire che vi sconvolge un Verismo degno di una pagina dei Malavoglia quando descrivo il colore di un'anima mentre siedo sullo sgabello di un chiosco e bevo come beve un uomo mentre alle donne per bene è solo concesso rimanere chiuse al sicuro del loro focolare e nella secreta e, come affermano, inviolata intimità del talamo. Cosa vi aspettate che dica? Che sono tutti bravi, buoni, felici e contenti come conigli pasquali, che tutti vanno d'accordo, che non ci sono mai liti né contrasti, che la gente è disponibile e accogliente, che nessuno tradisce nessuno e che le uniche corna che si vedono sono i palchi dei cervi e dei caprioli appesi negli ingressi. La pastorale a tinte virgiliane di tipo encomiastico ve la fate comporre su commissione.
sabato 20 agosto 2011
Le dolomiti: un sogno a colori
Il titolo rimanda a un percorso attraverso la via principale del paese, animata di bancarelle che segnano un viaggio cromatico rispettando le tappe di un immaginario arcobaleno. L'iter è accompagnato dalle note suggestive della numerologia e della Cabala fai da te, con qualche punta di genuina arte nelle composizioni di Antonio e nei modelli che si sprigionano dalle lignee forme piegate dalla creatività di Umberto. Per il resto si rimane nella trivialità poco originale. Non si può chiedere di più, ma è già apprezzabile il tentativo. Sempre meglio che niente.
P.s. Oggi mi è stato comunicato quanto io sia stata offensiva con il libro. Dopo tutto ho solo ricevuto a piene mani dal paese. Vorrei che qualcuno, in tutta sincerità, mi facesse un elenco dettagliato di questi tesori che io, dovrei gelosamente custodire, e dei quali dovrei essere grata. Ai posteri l'ardua sentenza.
P.s. Oggi mi è stato comunicato quanto io sia stata offensiva con il libro. Dopo tutto ho solo ricevuto a piene mani dal paese. Vorrei che qualcuno, in tutta sincerità, mi facesse un elenco dettagliato di questi tesori che io, dovrei gelosamente custodire, e dei quali dovrei essere grata. Ai posteri l'ardua sentenza.
Quando manchi la cima...
"Non permettere che la paura di perdere, ti impedisca di partecipare"
ho sentito dire una volta. Grande delusione quando si deve abbandonare una meta prefissa per un banale, banalissimo incidente. Non ti scoraggiare. Niente è andato perduto. Devi sempre ricordare che è la montagna a scegliere le modalità dell'ascesa. Non sempre è generosa e accogliente, spesso è gelosa, egoista, proteiforme, bastarda e matrigna. Non per questo non conquistare la vetta significa non aver dato il massimo, non per questo ci deve sentire abbattuti o demoralizzati. In montagna non ci sono né vincitori né vinti. Ci sono solo scalatori.
(Post Aconcagua).
ho sentito dire una volta. Grande delusione quando si deve abbandonare una meta prefissa per un banale, banalissimo incidente. Non ti scoraggiare. Niente è andato perduto. Devi sempre ricordare che è la montagna a scegliere le modalità dell'ascesa. Non sempre è generosa e accogliente, spesso è gelosa, egoista, proteiforme, bastarda e matrigna. Non per questo non conquistare la vetta significa non aver dato il massimo, non per questo ci deve sentire abbattuti o demoralizzati. In montagna non ci sono né vincitori né vinti. Ci sono solo scalatori.
(Post Aconcagua).
Tradizione e cambiamento
Non ci sono dubbi che sia utile perpetuare la tradizione, quando questa comporti il costante reiterarsi di usi e costumi fondamentali per la vita di una comunità. Innegabile, dunque, la gelosa preservazione del proprio idioma quale simbolo indicustibile e segno costante dell' individualità di un popolo. Mi piace credere che vi siano altri aspetti tali da meritare analogo trattamento, come feste, processioni o l'uso delle vesti popolari. In tal senso si ricorda che il 3 e il 4 settembre, ad Arabba, si terrà l'adunanza degli Schuetzen.
Al contrario, ogni tanto, sarebbe auspicabile una qualche modesta apertura verso proposte atte a introdurre sensibili opportunità di miglioramento. Emanuele Lorenzini aveva avuto l'idea di compilare una guida delle valli dolomitiche, dei siti, delle località e delle attività reperibili. Gli sponsor avrebbbero dovuto pagare una minima percentuale con la garanzia di sapere che, comunque, il turista, avrebbe avuto fra le mani una guida snella con tutte le informazioni utili e l'elenco di tutte le attività della zona. E' quella che in gergo si chiama pubblicità progresso. La guida ha avuto una sola edizione in quanto vi è stata un'accoglienza tutt'altro che benigna da parte dei gestori delle attività locali. Presumo di non dover aggiungere altro. Si ringrazia Emanuele per averci provato.
Al contrario, ogni tanto, sarebbe auspicabile una qualche modesta apertura verso proposte atte a introdurre sensibili opportunità di miglioramento. Emanuele Lorenzini aveva avuto l'idea di compilare una guida delle valli dolomitiche, dei siti, delle località e delle attività reperibili. Gli sponsor avrebbbero dovuto pagare una minima percentuale con la garanzia di sapere che, comunque, il turista, avrebbe avuto fra le mani una guida snella con tutte le informazioni utili e l'elenco di tutte le attività della zona. E' quella che in gergo si chiama pubblicità progresso. La guida ha avuto una sola edizione in quanto vi è stata un'accoglienza tutt'altro che benigna da parte dei gestori delle attività locali. Presumo di non dover aggiungere altro. Si ringrazia Emanuele per averci provato.
domenica 14 agosto 2011
Feste e parenti
E' iniziato il triduo di Ferragosto, già abbastanza caldo per i toni e le polemiche.
Al discotenda sono stata innaffiata da una bella quantità di testosterone e suggerisco al mio parente di guardarsi bene, la prossima volta, di fare tante storie per una vicenda di una banalità unica, perché al mondo ci sono davvero altri problemi, cominciando da quelli della sua testa se non vogliamo scomodare il debito pubblico e i bambini affamati del Terzo Mondo.
La signora di Silver, Lady Silvestra, mi ha pubblicamente accusato di avere un debole per suo marito e io pubblicamente rispondo.
Forse alcuni (e quei pochi dovrebbero essere davvero duri d'orecchie, vittime di una perforazione del timpano da spavento) non hanno ancora capito che i miei interessi sono diretti ALTROVE, a 13 km da Colle in direzione Livinallongo.... cielo.... quanto ancora mi dovrò ripetere???
La festa al discotenda è stata carina. Stasera ci sarà il noto DJ, pagato a peso d'oro.
Buona giornata a tutti.
Al discotenda sono stata innaffiata da una bella quantità di testosterone e suggerisco al mio parente di guardarsi bene, la prossima volta, di fare tante storie per una vicenda di una banalità unica, perché al mondo ci sono davvero altri problemi, cominciando da quelli della sua testa se non vogliamo scomodare il debito pubblico e i bambini affamati del Terzo Mondo.
La signora di Silver, Lady Silvestra, mi ha pubblicamente accusato di avere un debole per suo marito e io pubblicamente rispondo.
Forse alcuni (e quei pochi dovrebbero essere davvero duri d'orecchie, vittime di una perforazione del timpano da spavento) non hanno ancora capito che i miei interessi sono diretti ALTROVE, a 13 km da Colle in direzione Livinallongo.... cielo.... quanto ancora mi dovrò ripetere???
La festa al discotenda è stata carina. Stasera ci sarà il noto DJ, pagato a peso d'oro.
Buona giornata a tutti.
giovedì 11 agosto 2011
Almost leaving
Sto per partire, per tornare sui pendii assolati di Pont... (I hope). La vita volge al meglio e in questo devo ringraziare la mia fede incrollabile. Un nuovo inizio, una nuova storia. Ad majora. A presto.
PS: ci troviamo da Silver.
PS: ci troviamo da Silver.
venerdì 5 agosto 2011
News
Vi ricordo che il 12, 13 e 14 agosto ci sarà una splendida festa danzante al Discotenda di Selva con tanto di DJ doc. Per questa iniziativa ringraziamo tutti i volenterosi Collesi che, ogni anno, risollevano le sorti di un altrimenti triste Ferragosto. I volantini e la pubblicità dell'evento si possono, ormai, reperire ovunque.
Il 10 settembre, alle 15.00, se ricordo bene, Sabrina Colcuc celebrerà, nella chiesa di Colle, nozze e battesimo della sua piccola. Le mie più sentite felicitazioni alla sposa!!!!!!!!
Il 10 settembre, alle 15.00, se ricordo bene, Sabrina Colcuc celebrerà, nella chiesa di Colle, nozze e battesimo della sua piccola. Le mie più sentite felicitazioni alla sposa!!!!!!!!
giovedì 4 agosto 2011
Toccata e fuga
Anche questa volta sono rimasta a Colle solo per 2 giorni, giusto il tempo per potermi riprendere dal viaggio. Di fatto non era previsto, immaginavo di rimanere per tutto il mese. Invece sono dovuta tornare a casa per motivi di forza maggiore e, incrociando le dita, spero di rientrare in paese tra dieci giorni con migliori notizie (chiunque frequenti Silver potrà avere info più dettagliate. Non avevo finito di dirglielo, che già lo sapevano dieci persone...). Nel frattempo mi auguro che il clima migliori e la gente affluisca a frotte... ho costatato con dispiacere che non c'era davvero nessuno!
P.s. Continuo a sostenere che il vostro modo di fare la raccolta differenziata dei rifiuti è la cosa più assurda e scomoda del creato.
P.s. Continuo a sostenere che il vostro modo di fare la raccolta differenziata dei rifiuti è la cosa più assurda e scomoda del creato.
mercoledì 27 luglio 2011
Eccomi
Lo so, è un po' che non mi facevo sentire, ma ho avuto qualche malcapitata circostanza che mi ha tenuta lontana da queste pagine. Ho saputo del gran party a base di pesce che si è tenuto a Pezzei, tempo fa, peccato non esserci stata. Comunque, per il piacere o il disappunto di chi mi segue sto per ritornare... eh sì, le vacanze sono alle porte, e io sono pronta, con la mia tribù, per usare un eufemismo dell'Egidia, a varcare le soglie delle Dolomiti. Sabato prossimo 30 luglio il signor Soratroi ha organizzato una proiezione alla sala conferenze di Arabba. Credo che meriti, per gli interessati. Quanto a me, continuo a scrivere il mio libro. Baci a e abbracci a tutti. Ci troviamo da Silver.
venerdì 8 luglio 2011
Ormoni
Un piccolo consiglio alla gioventù in preda alle prime passioni estive: evitare di intasare fb con foto ridicole. ..
soprattutto se prima di adesso l'unica conoscenza che si aveva del MASCHIO era una marca di spumante.
soprattutto se prima di adesso l'unica conoscenza che si aveva del MASCHIO era una marca di spumante.
domenica 3 luglio 2011
Cuore di Gesù
Altra festa, altra processione. Adesso sono al completo fino a Ferragosto. A parte gli scherzi, amo il reiterarsi di queste tradizioni con le donne in costume i cui grembiuli variopinti svolazzano sollevati dalle prime dolci brezze estive. Gli uomini avanzano meravigliosamente vestiti indossando gli stuoi e richiamando memorie di un tempo che fu. Ho fatto un discreto tour de force... meno di 24 ore a Colle, ma credo ne sia valsa la pena. Ormai il sabato devo solo interrogarmi se tornare a casa dopo il lavoro o prendere l'autostrada... in fondo conosco una coppia che per più di 20 anni ha fatto Milano-New York ogni week-end (Lui prof. alla NY University, Lei prof. in Lombardia). La stagione volge al meglio (trascurando qualche intemperanza artica della notte) e il Civetta, stamattina, era davvero incantevole. Non mi stancherò mai di guardare le montagne, non sarò mai sufficientemente appagata. Nei boschi ci sono queste grandi radici ritorte che si ergono dal suolo con una forza quasi sovrumana e un'eleganza sobria e maestosa. Il cielo, quand'è terso, si appoggia sullo sfondo come una tela che nessun mortale potrà mai dipingere così bene. La scorsa settimana il mio signor Pelmo troneggiava fiero, irrorato di luce accecante. E' più che una semplice contemplazione, è un'estasi. Il mondo che i miei occhi cittadini osservano è anche il mio mondo, per quanto asintomatico possa suonare. E' la vita nascosta della mia anima.
martedì 28 giugno 2011
Corpus Domini
Ed eccoci qua con un piccolo resoconto delle mie ultime imprese collesi. Sono arrivata in incognito, senza la mia fiammante Panda rossa che è il terrore di Patrick De Michiel e del Signor Angelo Frena. La qual cosa non ha dell'inverosimile. Non ho abbandonato il mezzo perché decisa a votarmi per sempre a una più sana attività pedestre. L'occasione è nata per il semplice motivo che la Katia e Visio risalivano venerdì scorso e ho colto l'occasione al volo lasciando le folle alquanto attonite (si è pur sempre in un paese di montagna). Non ho granché da raccontare a parte una processione che si è consumata sotto un cielo semi-nuvoloso a rischio di piogge per le solite note improprie (ma non inattese) del coro. Mi sono, per ciò domandata, vista la profusione di statue, se un fulmine fosse caduto, dove avrebbe scaricato... Sempre pessima, ne sono consapevole. Silver ha spinnato nell'arco di 16 ore 150 litri di birra, pari a tre fusti, il che è tutto dire. Vi lascio fare una media in proporzione al numero degli avventori. Ok, potete calcolare anche i miei bicchieri di Muller, ve lo concedo. Tenete a bada Irwin Ongaro. Non so come funzionino le cose dalle sue parti, ma non sono esattamente la sua bambola gonfiabile.Quanto a Luca Colleselli consiglio forti dosi di buonumore e di valutare il vero significato della parola amicizia. Al mio caro cugino Davide raccomando di far ricorso a più miti consigli, ma si sa, a Posalz, sono poveri di iodio. Rigrazio Luca Lorenzini e Omar Maio.
Foxi
La natura animale riserva sempre delle sorprese. Vi è nelle creature della foresta un'unicità che sa superare confini e diffidenze. Se sia solo in virtù della ricerca di un lauto pasto offerto dalle mani dell'uomo, non so davvero dire. So per certo che il dialogo intessuto con il mondo nascosto dei boschi è più facile e diretto delle mille parole dimesse e lasciate in disparte, cadute, abbandonate o fraintese che sovente utilizziamo con i nostri simili. E' l'arcana e oscura magia del solstizio d'estate in un chiosco di montagna.
lunedì 20 giugno 2011
ESPERIENZA "FIORENTINA"
Piazzale Michelangelo
La famosa bistecca di Giovanni!!!
More wine than water...
Quattro passi per Siena
Gli sbandieratori della Contrada della Civetta
domenica 12 giugno 2011
Referendum
Mi auguro che siate andati alle urne e abbiate votato secondo coscienza. I quesiti referendari, come al solito, erano formulati in maniera raccapricciante. Ora, mi chiedo, se per esercitare la democrazia diretta, dobbiamo scervellarci a interpretare le norme del legislatore per siglare un SI' oppure un NO. Non è il caso di proporre delle domande semplici che tutti possano capire? Inoltre è agghiacciante che per l'abrograzione di una norma, si debba esprimere un voto positivo. L'intero meccanismo genererà una serie di confusioni non da poco. A mio avviso se non si vuole una cosa si dovrebbe dire di NO e non giocare su sottili esercizi giurisprudenziali e girare la frase, per cui, per negare, si deve usare un'affermazione. Auspico che gli elettori si siano sufficientemente informati e che trionfi il buon senso a prescindere dalle ideologie politiche.
venerdì 10 giugno 2011
Spyware
Apprezzo chi sa chiedere scusa, la considero la forma più alta di convivenza civile. Accetto, pertanto, le scuse, con il suggerimento di bloccare gli spyware sul computer.
giovedì 9 giugno 2011
Diamanti
Ho violato un armistizio per ragioni tecniche, di natura squisitamente professionale, ma devo ringraziare, comunque, l'estrema disponibilità di chi, ancora una volta, non mi ha abbandonata al mio destino successorio e catastale. L'episodio mi ha fatto riflettere su come in natura esistano diamanti grezzi, dall'aspetto un po' ruvido, con ampie scanalature e la superficie non uniforme. Non brillano in misura esemplare finché non vengono sbozzati, lavorati e adeguati ai canoni che la società di solito impone. Rimangono, di fatto, le pietre più preziose del pianeta, ancorché allo stato grezzo. Il fatto che qualcuno li possa confondere con parenti stretti del carbone fossile, dipende dalla scarsa conoscenza geologica di taluni soggetti, i quali si accontentano di raccogliere sassi con la stessa naturalezza con cui io colleziono diamanti. E' facile esclamare "Che bel sasso!" e portarselo a casa. E il sasso può anche essere soddisfatto per tanta premurosa attenzione, se continua, o vuole continuare ad ignorare, la sua vera natura di carbonio cristallizzato in ottaedri, ovvero di diamante, e non affiliato del carbone. Scusatemi se mi piacciono i diamanti. Scusatemi se non mi accontento di chiamare una cosa per ciò che non è.
martedì 7 giugno 2011
La grandezza dei numeri primi
Suonare il pianoforte è un'arte quasi magica. Chi scala la tastiera con le dita e rincorre le note di uno spartito perfetto sui tasti bianchi e neri è dotato di un forte potere evocativo. Su una tastiera, nel tempo di un'esecuzione, si consumano le passioni e i sentimenti di chi suona, così come, di chi ascolta o sa ascoltare. Le altezze vertiginose (the pitches), le volute, gli arpeggi, l'intrecciarsi di toni che cadono a precipizio e si innalzano di nuovo offrono la misura unica e suprema dello spettacolare, del sublime. Nella musica tutto si compie e tutto si consuma. Nella musica tutti vengono assolti.
domenica 5 giugno 2011
The party
Mi si riferisce che la festa al tabià di Silver ha avuto un grandissimo successo e che, il capriolo, cucinato dal signor Frena ha riscosso il plauso generale. Non si potevano avere dubbi, date le note capacità culinarie del medesimo. La polenta, a quanto pare, l'ha cucinata Michele Agostini, per quanto voci pregresse mi avessero assicurato che se ne sarebbe occupato Luca Colleselli. L'intrattenimento è durato a lungo e ha visto gli astanti fuggire verso Zoldo a notte inoltrata e rientrare alle prime luci dell'alba. Che dire? Niente mucinipale sulle strade spero.
sabato 4 giugno 2011
The one
Mi sono sempre dimenticata di ringraziare Maurizio Chizzali, sopratutto ora che si è cancellato da FB, per un messaggio che mi ha lasciato sul cell. tempo fa. La mia gratitudine va a lui, a Carla e a Greta per il supporto dimostratomi in questi mesi (senza nulla togliere ad Aurora). Riporto letteralmente il testo del messaggio, che gelosamente conservo, per sottolineare come, chi vuole capire, capisce, e chi vuol essere "signore dei larici" lo è, il che non comporta andare in pellegrinaggio al Lars de Freina, alle pendici del monte Pore. Ci vuole molto di più. Bisogna nascere signori dei larici. Ecco il testo.
"Ciao, io sono Maurizio, il papà di Aurora, forse ti ricordi di me, qualche volta al chiosco mi hai sicuramente visto. Io sono in Germania per la maggioranza dell'anno, per lavoro, ormai da 30 anni, per questo mi ritengo collese, sì, ma fino a un certo punto. Quando è uscito il tuo libro fra mia moglie e qualche amico e molte chiacchiere che ho sentito, pensavo che tu avessi rivelato chissà quali segreti, offeso chissà chi! Insomma avevo capito che era un libro scandalo, da mettere al bando, proibire la lettura, se non altro ai collesi duri e puri! Allora me lo sono fatto spedire da un amico che è riuscito a rintracciarne una copia, perchè ero curioso! Ma di tutto quello che mi avevano detto... praticamente non ho trovato traccia. Io ho letto un libro piacevole, spiritoso, a tratti dolce, a tratti amarognolo. Ma si capisce che è stato scritto da una persona che ama molto Colle e anche i suoi abitanti nonostante i loro difetti. Traspira nostalgia verso quel paese da ognuna delle sue pagine...! Sarà perchè anche a me manca molto Colle e però, essendo un po' esterno, riesco a vederne meglio e, in qualche modo, a comprenderne meglio i difetti. Complimenti. Un bel libro! E non aver timore, come mi ha detto mia moglie, che hai di tornare in paese! Le persone intelligenti, e ce ne sono anche a Colle, capiranno con che intenzioni hai scritto il libro! E delle altre non ti preoccupare, non avranno mai il coraggio di dirti niente, anzi abbasseranno gli sguardi incontrandoti. Ciao! 05.03.2011"
La migliore recensione del mondo. Rimarrà in eterno sulla memoria del mio cell. finché non si scarica o sulle pagine di questo blog... che importanza ha? Qualcuno ha capito. Io volevo questo. Ma l'avete davvero visto un larice? Ve lo chiedo? Quella bella corteccia rossa, frammentata, che avvolge il tronco, sicura e decisa. L'albero è lì che vi contempla sornione con i suoi lunghi filamenti penduli e molli e gettà giù qualche pigna occasionale. Si fa beffe di voi mentre vi affaticate inseguendo le stagioni e lui placido si riveste dei colori consueti e convenienti dei mesi. Voi vi piegate ai suoi desiderata. Lui è l'albero protetto. Centenario assiste alle vostre fatiche. Rispettatelo e amatelo. Voi che siete i signori dei larici.
"Ciao, io sono Maurizio, il papà di Aurora, forse ti ricordi di me, qualche volta al chiosco mi hai sicuramente visto. Io sono in Germania per la maggioranza dell'anno, per lavoro, ormai da 30 anni, per questo mi ritengo collese, sì, ma fino a un certo punto. Quando è uscito il tuo libro fra mia moglie e qualche amico e molte chiacchiere che ho sentito, pensavo che tu avessi rivelato chissà quali segreti, offeso chissà chi! Insomma avevo capito che era un libro scandalo, da mettere al bando, proibire la lettura, se non altro ai collesi duri e puri! Allora me lo sono fatto spedire da un amico che è riuscito a rintracciarne una copia, perchè ero curioso! Ma di tutto quello che mi avevano detto... praticamente non ho trovato traccia. Io ho letto un libro piacevole, spiritoso, a tratti dolce, a tratti amarognolo. Ma si capisce che è stato scritto da una persona che ama molto Colle e anche i suoi abitanti nonostante i loro difetti. Traspira nostalgia verso quel paese da ognuna delle sue pagine...! Sarà perchè anche a me manca molto Colle e però, essendo un po' esterno, riesco a vederne meglio e, in qualche modo, a comprenderne meglio i difetti. Complimenti. Un bel libro! E non aver timore, come mi ha detto mia moglie, che hai di tornare in paese! Le persone intelligenti, e ce ne sono anche a Colle, capiranno con che intenzioni hai scritto il libro! E delle altre non ti preoccupare, non avranno mai il coraggio di dirti niente, anzi abbasseranno gli sguardi incontrandoti. Ciao! 05.03.2011"
La migliore recensione del mondo. Rimarrà in eterno sulla memoria del mio cell. finché non si scarica o sulle pagine di questo blog... che importanza ha? Qualcuno ha capito. Io volevo questo. Ma l'avete davvero visto un larice? Ve lo chiedo? Quella bella corteccia rossa, frammentata, che avvolge il tronco, sicura e decisa. L'albero è lì che vi contempla sornione con i suoi lunghi filamenti penduli e molli e gettà giù qualche pigna occasionale. Si fa beffe di voi mentre vi affaticate inseguendo le stagioni e lui placido si riveste dei colori consueti e convenienti dei mesi. Voi vi piegate ai suoi desiderata. Lui è l'albero protetto. Centenario assiste alle vostre fatiche. Rispettatelo e amatelo. Voi che siete i signori dei larici.
venerdì 3 giugno 2011
L'appassionata e i larici
Sono quasi a metà de L'appassionata e l'editore è in attesa di saggiare con mano le pagine del romanzo... Vediamo di essere chiari almeno su questo punto e sfatare il mito che se io scrivo non vuol dire che sarò pubblicata. Una chiacchiera in meno da affrontare al chiosco di Silver.
Un utente che usa lo pseudonimo di "anonimo studente" posta commenti su questo blog, oltre la mia coinquilina. Sarebbe auspicabile che ci regalasse un'epifania, una sublime manifestazione di sé la prossima estate. In poche parole: chi sei? Inizia la caccia. Dice di essere studente, il che restringe il range parecchio. Innanzitutto lo ringrazio perché almeno si è espresso, nel bene e nel male. E' questo che mi piacerebbe avere: un sano contraddittorio.
Punto numero 2. i larici. Cos'è 'sto fatto che viene la gente da Fodom ad abbracciare larici in terra di Colle? Non per nulla ho scritto un libro su "I signori dei larici", i barba dei lares, come direste voi. I signori dei larici sono e devono restare "da Col", nessuna eccezione. Nessuna ripresa fotografica.
Un utente che usa lo pseudonimo di "anonimo studente" posta commenti su questo blog, oltre la mia coinquilina. Sarebbe auspicabile che ci regalasse un'epifania, una sublime manifestazione di sé la prossima estate. In poche parole: chi sei? Inizia la caccia. Dice di essere studente, il che restringe il range parecchio. Innanzitutto lo ringrazio perché almeno si è espresso, nel bene e nel male. E' questo che mi piacerebbe avere: un sano contraddittorio.
Punto numero 2. i larici. Cos'è 'sto fatto che viene la gente da Fodom ad abbracciare larici in terra di Colle? Non per nulla ho scritto un libro su "I signori dei larici", i barba dei lares, come direste voi. I signori dei larici sono e devono restare "da Col", nessuna eccezione. Nessuna ripresa fotografica.
domenica 29 maggio 2011
4 giugno
Mi si dice che il prossimo 4 giugno ci sarà un banchetto a Crepe nel tabià di Silver. Siamo confinanti, lo so... del resto ci deve essere un motivo!!!!!!!!!!! La neve ha rinfrescato le cime, come ultimo, intempestivo saluto dell'inverno. La montagna, del resto è imprevedibile, come il carattere dei suoi abitanti. Torniamo al party. Il signor Angelo Frena cucinerà il capriolo (non merce di contrabbando, ma primizie di caccia offerte dal signor Luca Colleselli.) Conoscendo le capacità culinarie del suddetto Angelo, sarà un assoluto successo, un apoteosi delle papille gustative. Lo stesso signor Colleselli provvederà a cuocere la polenta. Parimenti, mi si riferisce, che "Visio" aka Paolo Agostini, sempre che si riprenda dalla brutta caduta avuta con la moto (e questa volta io non c'entro... non ero in loco.... - vedi Patrick De Michiel -) preparerà i canederli. Auguro a Paolo pronta guarigione, anche perché il 18 giungno deve essere in Toscana con la Katia (WE spostato per necessità maggiori.) Che dire? Ragazzi vi invidio e vorrei essere con voi, anche se potrei sindacare sulla marinatura non perfetta del capriolo di Angelo... (scherzo...). P.s. Ma i chiodi di garofano li metti????
venerdì 27 maggio 2011
He
L'uomo che io cerco deve essere migliore di me, non perfetto, ma migliore. Deve controbilanciare la mia parte ideale con la razionalità o una prassi tale da annientare i miei sogni.
Deve essere il sentiero che conduce alla vetta di una montagna e sulla cima, lasciarmi interdetta innanzi alla vista maestosa del creato. Deve essere capace di dare e ricevere in misura eguale. Deve essere, sopratutto, immune ai vani corteggiamenti del mondo, alle subdole tentazioni di un ego smisurato e a un carattere umorale e spietato. Lui deve essere il principio e la fine, il tutto e il nulla, la malattia e la sua cura.
Per questo sono senza speranza.
Deve essere il sentiero che conduce alla vetta di una montagna e sulla cima, lasciarmi interdetta innanzi alla vista maestosa del creato. Deve essere capace di dare e ricevere in misura eguale. Deve essere, sopratutto, immune ai vani corteggiamenti del mondo, alle subdole tentazioni di un ego smisurato e a un carattere umorale e spietato. Lui deve essere il principio e la fine, il tutto e il nulla, la malattia e la sua cura.
Per questo sono senza speranza.
giovedì 26 maggio 2011
Good opinion
Esattamente come Darcy, splendido eroe di Pride and Prejudice dipinto da Jane Austen, mi sento di ripetere: "My good opinion, once lost, is lost forever."
Non sono il tipo che conosce le sfumature di grigio, ma vede il mondo spaccato in due colori: il bianco o il nero. Per questa mia propensione così drastica, che non si stempera nelle morbide nuances intermedie, la volta che mi sono fatta l'idea di una persona, quella idea resta per sempre. Non ci sono cose che possano essere dette o fatte per costringermi a cambiare opinione. Non concedo a nessuno una seconda possibilità. Il vantaggio è che così si capisce in fretta quali sono le persone superfluee.
Non sono il tipo che conosce le sfumature di grigio, ma vede il mondo spaccato in due colori: il bianco o il nero. Per questa mia propensione così drastica, che non si stempera nelle morbide nuances intermedie, la volta che mi sono fatta l'idea di una persona, quella idea resta per sempre. Non ci sono cose che possano essere dette o fatte per costringermi a cambiare opinione. Non concedo a nessuno una seconda possibilità. Il vantaggio è che così si capisce in fretta quali sono le persone superfluee.
mercoledì 25 maggio 2011
Gatti
E' un caldo pomeriggio di fine primavera e osservo i miei gatti addormentati che pigramente allungano le loro zampe e ogni tanto scuotono la testa, immersi in dolci sogni felini. Oceano è disteso sul mobile che serve per stirare e lo ricopre per l'intera lunghezza. La bella corporatura rivestita di lucido pelo nero si distende con grazia e armonia sull'asse dei panni. Mi chiedo come sia possibile che io riesca a capire il linguaggio di questi animali, a comunicare con loro senza problemi e, invece, ad avere sovente problemi con gli umani. Oceano spalanca i suoi grandi occhi ambrati ed emette uno "Wakawaa" prolungato quando vuole richiamare la mia attenzione sulla ciotola del cibo. Invece pare che il mio dialogo con te, mio caro conquistatore di vette, sia drammaticamente interrotto. Sì, ho la presunzione di parlarti così, perchè so che bazzichi da queste parti, malgrado l'atteggiamento ruvido e, a dir poco, incivile. Ribadisco che la differenza fra noi è forte. Il pregiudizio nei miei riguardi altrettanto violento. A mia discolpa posso dire, sempre che vi sia la necessità di discolparsi di qualcosa, che nessuno canterà mai la montagna meglio di me. Il punto è solo questo. Io ho una visione ideale, meravigliosa e incontaminata. Naturalmente mi riferisco agli ambienti, non alle persone. Tu continua a scalare. Io porterò la montagna altrove, nell'unico luogo in cui anche altri possano conoscerla e condividerla: la letteratura.
lunedì 23 maggio 2011
Lavoro
Le premonizioni sono sinistre. Se ti annunciano che non devi fare una cosa, non la farai mai. E appunto stavo aspettando una risposta che poi è arrivata letale. Niente, nessun cambiamento, nessun nuovo lavoro pagato meglio. Una di quelle cose piccole, in cui ci speri davvero, ma non tanto per organizzare la vacanza del secolo in Polinesia, ma solo per cambiare la carta da parati in salotto, la quale, dopo quarant'anni, fa davvero schifo. E la notizia ti piove in testa il giorno dopo in cui ti hanno fatta sentire uno schifo, inopportuna e maldestra, invasiva e prevaricatrice. Insomma, sembra proprio che io sia un fallimento totale sul fronte umano e professionale. Vi state chiedendo se me la prendo? Be', ho avuto cinque sani minuti di arrabbiatura cosmica, in cui avrei voluto frantumare un prezioso servito di porcellana Villeroy-Bosch con annessi bicchieri di cristallo, ma poi mi sono detta: "La cosa bella è che almeno mi farò un mese di vacanze a Colle."
Insomma il modo per riprendermi lo trovo. Sopratutto se penso al Pelmo, che, in questa stagione si erge fiero nello sfondo cristallino del cielo, baciato dai colori rosati del tramonto. Se, immagino, per un attimo, la fantasia dei larici impegnati a ricoprire le fronde di gemme chiassose e rubine, con quella voglia di esistere e di rinnovarsi, mi commuovo. Non so se mi accoglierete mai come una di voi. Ma io partecipo di questo stesso spirito, meraviglioso, unico e granitico che ci fa percepire il mutamento delle stagioni e l'essere una cosa sola con la montagna.
Insomma il modo per riprendermi lo trovo. Sopratutto se penso al Pelmo, che, in questa stagione si erge fiero nello sfondo cristallino del cielo, baciato dai colori rosati del tramonto. Se, immagino, per un attimo, la fantasia dei larici impegnati a ricoprire le fronde di gemme chiassose e rubine, con quella voglia di esistere e di rinnovarsi, mi commuovo. Non so se mi accoglierete mai come una di voi. Ma io partecipo di questo stesso spirito, meraviglioso, unico e granitico che ci fa percepire il mutamento delle stagioni e l'essere una cosa sola con la montagna.
domenica 22 maggio 2011
Pavone
Il Pavone comune o Pavone blu (Pavo cristatus, Linnaeus 1758) è un uccello appartenente alla famiglia dei Fasianidi. In natura, il Pavone ha un comportamento simile al Gallo cedrone, con accoppiamenti poligami in cui ogni maschio ha un harem di 4-5 femmine. Le femmine, in primavera, depongono dalle 4 alle 9 uova; la cova ha una durata media di 4 settimane e i pulcini nascono già abili e in grado di seguire la madre in cerca di cibo. La capacità di volare di quest'uccello è limitata per lo più a brevi decolli come metodo di fuga ma, nonostante questo, è in grado di raggiungere facilmente il tetto di una casa di tre piani. Per il resto del tempo il Pavone è un uccello camminatore, pari al Fagiano. (da Wikipedia).
Che dire di più? Non ci resta che piangere....
In virus veritas
Quello che mi è successo stamattina prima di andare a messa va decisamente condiviso. Sento il cell che emette il solito richiamo stridulo della ricezione messaggi... "OK - mi dico - è la Marghy che vuole sapere cosa faccio oggi e saluta i gatti". Per la precisazione la Marghy è una mia amica fiorentina che è solita intasarmi il cell la domenica mattina. Diversamente scopro, dopo un paio di scuse dettate dal buon costume, di essere stata cestinata, eliminata, mandata a quel paese, oscurata per sempre e chi più ne ha più ne metta. Chiaramente non dalla Marghy.
Ora la persona autrice del messaggio è inviperita con me in virtù di uno spiacevole accadimento dell'altra sera di cui io non sono responsabile.
Mi arriva una sua mail, senza oggetto e contenente un link, peraltro indirizzata a una serie di altri nominativi della sua mailing list. La cosa mi sembra un po' strana, ma penso sia un collegamento a delle foto. Apro il link e mi arriva una scarica di win32 e trojan con tanto di faccina felice sulla finestra di google che mi comunica esultante: "Sei stata terminata".
Mi premuro di fargli presente quello che sta accadendo. Certo uso un sms e io, cielo, non ho un iphone, non sono brava a scrivere queste scemenze di messaggini, volevo solo dirgli: "Guarda che a tuo nome gira un virus, stai diffondendo un virus".
Bene. Risultato? Io sono quella che crea problemi e deve scomparire.
Sicuramente ci sarà dell'altro, però mi interrogo su una cosa, e la domanda mi frulla nella testa vorticosa come gli altri neuroni: vale davvero la pena prendersela tanto con me, sprecare tante energie, agitarsi così tanto?
Insomma la rabbia è un sentimento, come del resto altri che ho scatenato.
Chi non ha sentimenti, manifesta una cosa sola: sana indifferenza.
Per cui la mia preoccupazione non è quella di essere eliminata per colpa di una sciocchezza come un assalto virale a un pc vero o presunto, o per il fatto di aver scomodato il tecnico del computer alle 23.30 di venerdì sera mentre magari era sul punto di andare a rimorchiare la donna della sua vita; la mia vera, profonda e sincera afflizione consiste nell'averci preso alla grande, nell'essere andata oltre lo scudo di roccia, fino in fondo, là dove si cominciano a toccare i sentimenti veri. Io sono cancellata per questo.
Perché ho visto il re nudo seduto sul trono all'interno del suo castello di roccia e mi sono avvicinata troppo.
Ora la persona autrice del messaggio è inviperita con me in virtù di uno spiacevole accadimento dell'altra sera di cui io non sono responsabile.
Mi arriva una sua mail, senza oggetto e contenente un link, peraltro indirizzata a una serie di altri nominativi della sua mailing list. La cosa mi sembra un po' strana, ma penso sia un collegamento a delle foto. Apro il link e mi arriva una scarica di win32 e trojan con tanto di faccina felice sulla finestra di google che mi comunica esultante: "Sei stata terminata".
Mi premuro di fargli presente quello che sta accadendo. Certo uso un sms e io, cielo, non ho un iphone, non sono brava a scrivere queste scemenze di messaggini, volevo solo dirgli: "Guarda che a tuo nome gira un virus, stai diffondendo un virus".
Bene. Risultato? Io sono quella che crea problemi e deve scomparire.
Sicuramente ci sarà dell'altro, però mi interrogo su una cosa, e la domanda mi frulla nella testa vorticosa come gli altri neuroni: vale davvero la pena prendersela tanto con me, sprecare tante energie, agitarsi così tanto?
Insomma la rabbia è un sentimento, come del resto altri che ho scatenato.
Chi non ha sentimenti, manifesta una cosa sola: sana indifferenza.
Per cui la mia preoccupazione non è quella di essere eliminata per colpa di una sciocchezza come un assalto virale a un pc vero o presunto, o per il fatto di aver scomodato il tecnico del computer alle 23.30 di venerdì sera mentre magari era sul punto di andare a rimorchiare la donna della sua vita; la mia vera, profonda e sincera afflizione consiste nell'averci preso alla grande, nell'essere andata oltre lo scudo di roccia, fino in fondo, là dove si cominciano a toccare i sentimenti veri. Io sono cancellata per questo.
Perché ho visto il re nudo seduto sul trono all'interno del suo castello di roccia e mi sono avvicinata troppo.
venerdì 20 maggio 2011
Nessuna risposta
Sono qui in fervida attesa di una risposta che non arriva e dalla quale dipendono molti progetti futuri, incluse le mie vacanze collesi. Parlavo ieri con Maria (ve la ricordate Maria? La smilza ragazzina inglese dal caschetto biondo?) la quale volentieri si affaccerebbe di nuovo sui monti la prossima estate. Incredibile come il paese sia fonte inesauribile di attrattiva per le mie amiche. Le bellezze locali (le cime frastagliate, i boschi, i cugini...) nonché il famigerato chiosco contribuiscono non poco alla riuscita dell'intrattenimento. Ed io sono qua che guardo il telefono e lo interrogo alla stregua della sibilla cumana, come se potessi influire su squilli che non si decide a emettere. Una persona a me molto cara mi ha fatto notare come io sia molto propensa al gossip su questo blog. Be' l'uomo non vive di solo pane. Neppure la donna. Sì, credo che continuerò per questa via, lasciando ad altri, migliori di me, il nobile compito di lodare le montagne in maniera esemplare e scientifica.
mercoledì 18 maggio 2011
Nuovo
E' nata come un'idea improvvisa, una sorta di folgorazione, come arrivare sulla cima dell'Everest e chiedersi se si poteva fare di più, come interrogarsi se ci fosse una montagna più alta da scalare. Be' io quella montagna l'ho scalata. Magari con i ramponi che servono alle mie doti immaginarie, ma sì, sono sulla cima. E vi dico che ho concepito una nuova storia, fatta di oscurità e misteri, che si erge silente dalle brume che aleggiano alle pendici dei monti. L'ho concepita e l'ho vista nella sua maturità essenziale modellarsi nelle forme volute dai miei pensieri. Le solitarie donne di Lagan, questo sarà il titolo. Tre sorelle, tre presunte streghe. Marfisa, Endimione, Euridice. Location: Dolomiti: Anno Domini 1500.
martedì 17 maggio 2011
Silver
E' una vera disgrazia constatare che il bar di Silver rimarrà chiuso fino al 20 giugno. Mi rendo conto che Silvestro e Nadia meritano almeno un mese di ferie all'anno, ma per i locali la temporanea chiusura del locale costituirà il venir meno di un fondamentale luogo di ritrovo.
Peraltro il clima sembra essere inclemente. Ci mancava pure la neve a metà maggio!
Vi annuncio, in anteprima assoluta, che riceverò la graditissima visita della Katia e Paolo per il ponte de 2 giugno. Vedete cosa intendo per costruzioni di ponti?
Dalle Dolomiti alla Toscana.
Peraltro il clima sembra essere inclemente. Ci mancava pure la neve a metà maggio!
Vi annuncio, in anteprima assoluta, che riceverò la graditissima visita della Katia e Paolo per il ponte de 2 giugno. Vedete cosa intendo per costruzioni di ponti?
Dalle Dolomiti alla Toscana.
domenica 15 maggio 2011
Sara e GIovanni: scene dai battesimi
Battezzata e registrata all'anagrafe con il nome di: Sara Felicita Giulia Maria Pallabazzer
Data di nascita: 6 giugno 1971.
Battezzato e registrato all'anagrafe con il nome di: Giovanni Torquato Luca Pallabazzer.
Questa in primo piano sono io... un po' sconvolta dalle riprese del fotografo!
Il matrimonio dei mie genitori. 8 luglio 1967, due mondi, due culture.
In questa foto, oltre ai miei genitori e un amico di famiglia, mio nonno Giovanni e mio zio Fabrizio.
venerdì 13 maggio 2011
Assolo
Esiste una sottile soglia di demarcazione tra l'inquietudine, la rabbia e la noia. L'inquietudine si insinua quando si fa di tutto per cambiare la propria vita e si accolgono promesse di terzi; la rabbia subentra quando le promesse non sono mantenute; infine, la noia, si presenta vittoriosa nel momento in cui, decadute le promesse, l'esistenza riprende il suo corso normale e monotono.
Vorrei, anch'io, scalare la vetta dell'Antelao munita di scarponi chiodati e, pacificamente, constatare che la primavera ha preso il sopravvento sulla neve. La mia prospettiva è di gran lunga più limitata. Io vivo fra blocchi di cemento e l'unico respiro è agognare quella cima, dalla quale, il paesaggio, al di sotto, si stende immutato e perenne. Almeno per una vita umana. O forse più. Voglio, stasera, celebrare un fallimento. Speravo, davvero, di aver intrapreso un nuovo capitolo. Un nuovo lavoro, retribuzione migliore... ma poi tutto sfugge, inaspettatamente, perché le regole le dettano altri e non sono regole annunciate. Ognuno fa il suo gioco. Questo, ormai, l'ho capito. C'è di buono che scriverò, come non ho mai scritto prima. Il dolore aiuta le lettere. Mi domando se, dagli estremi confini della vetta innevata dell'Antelao, si possa vedere ciò che vedo io. L'ostinazione e la rinuncia. "Ci sono milioni di soli lasciati in disparte" (There are millions of suns left) diceva W. Withman nella prefazione di Foglie d'Erba ("Leaves of grass",1855).
Come sole appartato e remoto mi costruirò il mio sistema, una galassia di stelle e pianeti. Ebbene sì. Voglio essere una Supernova.
Vorrei, anch'io, scalare la vetta dell'Antelao munita di scarponi chiodati e, pacificamente, constatare che la primavera ha preso il sopravvento sulla neve. La mia prospettiva è di gran lunga più limitata. Io vivo fra blocchi di cemento e l'unico respiro è agognare quella cima, dalla quale, il paesaggio, al di sotto, si stende immutato e perenne. Almeno per una vita umana. O forse più. Voglio, stasera, celebrare un fallimento. Speravo, davvero, di aver intrapreso un nuovo capitolo. Un nuovo lavoro, retribuzione migliore... ma poi tutto sfugge, inaspettatamente, perché le regole le dettano altri e non sono regole annunciate. Ognuno fa il suo gioco. Questo, ormai, l'ho capito. C'è di buono che scriverò, come non ho mai scritto prima. Il dolore aiuta le lettere. Mi domando se, dagli estremi confini della vetta innevata dell'Antelao, si possa vedere ciò che vedo io. L'ostinazione e la rinuncia. "Ci sono milioni di soli lasciati in disparte" (There are millions of suns left) diceva W. Withman nella prefazione di Foglie d'Erba ("Leaves of grass",1855).
Come sole appartato e remoto mi costruirò il mio sistema, una galassia di stelle e pianeti. Ebbene sì. Voglio essere una Supernova.
martedì 10 maggio 2011
Davide
Ok, ho il cugino che ha rischiato il collasso con la macchina contro una parete di roccia mentre tornava a Posalz... mannaggia, me ne fai prendere di spaventi. Potrei dire che buon sangue non mente, dopo la mia minimalista riduzione del parafango della macchina della mamma di Desmon.... (perché l'italiano è così complicato? In inglese sarebbe stato semplicemnte Desmon's mother car fender!) Per non dimenticare il fatto che ho investito Patrick e che ancora non se lo dimentica. Insomma, caro Davide, invece di influire in maniera devastante contro l'assetto dei monti, perché non ci vieni a trovare? Magari, però, prendi il treno!
lunedì 9 maggio 2011
La signora dei gatti
Dopo la pubblicazione del mio libro, da molti giudicato scandaloso e indecente, offensivo di costumi, usi e tradizioni che, a quanto pare, mio padre aveva fatto di tutto per difendere, vi racconto un altro po' di me, se già non l'ho fatto diffusamente.
Io sono nata e cresciuta portandomi dentro l'amore per la montagna, così come mi è stato trasmesso dal mio genitore collese. Più volte gli ho chiesto perché non avesse mai voluto insegnarmi il ladino. Mi ha sempre risposto che, dal suo punto di vista, non era necessario. Vi garantisco che ho subito la decisione paterna come una grave mutilazione. Speravo vi fosse giunto forte e chiaro il messaggio che il mio amore per i monti è e resta immutato. Putroppo, come di recente ho confessato a mio cugino Vittorio, le montagne sono abitate. Io mi sono dovuta inserire a fatica sopportando a malincuore comportamenti che, in condizioni simili, sarebbero biasimati da chiunque. A stento ho avuto dei parenti nella mia infanzia. I miei nonni, in totale, li ho visti 11 mesi nell'arco di un'intera esistenza. Ho avuto zii che volientieri mi impedivano di vedere i miei cugini. Ho avuto amici che tranquillamente si beffavano di me alla prima occasione. Credo di essere stata fin troppo brava. A non rispondere, a far finta di nulla, ad accettare la gentile concessione di sosta nel paese perché mio padre era il luminare della lingua ladina. Gli amici che ho, me li sono conquistati con le unghie e con i denti. Mi fido di loro, ciecamente. Non mi importa di aver deluso i benpensanti che giudicano orrendo il mio comportamento. Io frequento che mi garantisce la solidarietà e il rispetto. Così come ho trovato un mondo con i miei quattro gatti, di cui riesco a intuire il linguaggio molto più serenamente di quello umano, auspico che qualcuno si faccia l'esame di coscienza e si chieda, in tutta sincerità, quali ponti siano stati costruiti affinché vi potessi passare.
Io sono nata e cresciuta portandomi dentro l'amore per la montagna, così come mi è stato trasmesso dal mio genitore collese. Più volte gli ho chiesto perché non avesse mai voluto insegnarmi il ladino. Mi ha sempre risposto che, dal suo punto di vista, non era necessario. Vi garantisco che ho subito la decisione paterna come una grave mutilazione. Speravo vi fosse giunto forte e chiaro il messaggio che il mio amore per i monti è e resta immutato. Putroppo, come di recente ho confessato a mio cugino Vittorio, le montagne sono abitate. Io mi sono dovuta inserire a fatica sopportando a malincuore comportamenti che, in condizioni simili, sarebbero biasimati da chiunque. A stento ho avuto dei parenti nella mia infanzia. I miei nonni, in totale, li ho visti 11 mesi nell'arco di un'intera esistenza. Ho avuto zii che volientieri mi impedivano di vedere i miei cugini. Ho avuto amici che tranquillamente si beffavano di me alla prima occasione. Credo di essere stata fin troppo brava. A non rispondere, a far finta di nulla, ad accettare la gentile concessione di sosta nel paese perché mio padre era il luminare della lingua ladina. Gli amici che ho, me li sono conquistati con le unghie e con i denti. Mi fido di loro, ciecamente. Non mi importa di aver deluso i benpensanti che giudicano orrendo il mio comportamento. Io frequento che mi garantisce la solidarietà e il rispetto. Così come ho trovato un mondo con i miei quattro gatti, di cui riesco a intuire il linguaggio molto più serenamente di quello umano, auspico che qualcuno si faccia l'esame di coscienza e si chieda, in tutta sincerità, quali ponti siano stati costruiti affinché vi potessi passare.
“ Sinite parvulos venire ad me. Ne prohibueritis eos; talium est enim regnum Dei.
<<Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso>>. E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva"(Mc 10,13-16; Cfr, Mt 19,13-15 e Lc 18,15-17).
Mi par d'uopo la citazione biblica dopo quello che è accaduto ieri, domenica 8 maggio, nell'ambito della celebrazione delle Prime Comunioni nella nostra simpatica chiesetta del Pais.
Partiamo innanzitutto dall'etimologia del termine chiesa: greco antico, ekklesia ("assemblea"), latino: ecclesia ("riunione di fedeli").
Il concetto primario, dunque, fin dall'antichità più remota, prima ancora che il termine fosse investito del significato specifico odierno ("luogo di culto"), presupponeva, l'accoglienza, l'incontro, non necessariamente fra pari. Non era, per altro, previsto limite alcuno di età. Certo magari se si pensa all'areopago greco forse dovevano essere solo uomini, considerata la natura antropocentrica in senso maschile di quella società. Ma nel mondo cristiano, dopo la rivoluzione operata dal Figlio di Dio (avete presente? Quello che è salito in croce per la remissione dei peccati?) presumo fosse irrilevante l'età dei partecipanti a simili incontri. Sono convinta venissero accettati tutti dagli 0 ai 99 anni.
Per cui, mi sorge spontanea la domanda, in virtù di quale potere conferito dall'alto il Parroco si lamenta e pretende l'uscita di chiesa di un infante perché il piccino fa qualche strillo?
E' talmente abituato a sentire il coro che gracchia da non potersi certo risentire del modo ingenuo e involontario con cui un poppante dice la sua in merito alla celebrazione.
Ho trovato la cosa disdicevole e, oltremodo, offensiva per quelle famiglie che si sono trovate costrette a uscire di chiesa con passeggino a seguito.
Complimenti. Un'altra perla, o pitola, del pais.
Mi par d'uopo la citazione biblica dopo quello che è accaduto ieri, domenica 8 maggio, nell'ambito della celebrazione delle Prime Comunioni nella nostra simpatica chiesetta del Pais.
Partiamo innanzitutto dall'etimologia del termine chiesa: greco antico, ekklesia ("assemblea"), latino: ecclesia ("riunione di fedeli").
Il concetto primario, dunque, fin dall'antichità più remota, prima ancora che il termine fosse investito del significato specifico odierno ("luogo di culto"), presupponeva, l'accoglienza, l'incontro, non necessariamente fra pari. Non era, per altro, previsto limite alcuno di età. Certo magari se si pensa all'areopago greco forse dovevano essere solo uomini, considerata la natura antropocentrica in senso maschile di quella società. Ma nel mondo cristiano, dopo la rivoluzione operata dal Figlio di Dio (avete presente? Quello che è salito in croce per la remissione dei peccati?) presumo fosse irrilevante l'età dei partecipanti a simili incontri. Sono convinta venissero accettati tutti dagli 0 ai 99 anni.
Per cui, mi sorge spontanea la domanda, in virtù di quale potere conferito dall'alto il Parroco si lamenta e pretende l'uscita di chiesa di un infante perché il piccino fa qualche strillo?
E' talmente abituato a sentire il coro che gracchia da non potersi certo risentire del modo ingenuo e involontario con cui un poppante dice la sua in merito alla celebrazione.
Ho trovato la cosa disdicevole e, oltremodo, offensiva per quelle famiglie che si sono trovate costrette a uscire di chiesa con passeggino a seguito.
Complimenti. Un'altra perla, o pitola, del pais.
domenica 8 maggio 2011
Col di lana
E' il caso che chiarisca in questa sede perché non amo il Col di Lana. E' una montagna che mi resta sullo stomaco, che non sopporto e rifuggo come la peste, ovvero, in tempi moderni, si potrebbe dire, come uno dei peggiori mali possibili. Questo non è certo dovuto al fatto che la scorsa estate abbia rischiato di perdermicisi durante il tragitto perché avvolta dalla nebbia. Sinceramente speravo nel soccorso alpino di chi sapete e, davvero, non mi avrebbe per niente fatto schifo essere rianimata con respirazione bocca a bocca sempre da chi sapete. Trascurando il fatto che pur vagando fra le brume senza meta, sono capace di ritrovare la strada da sola (e questo la dice lunga sul soccorso alpino de quo... scherzo naturalmente) si mantiene inalterato il mio odio viscerale per quella montagna. Premetto che il dislivello è assurdo e non te la godi nemmeno la salita. A parte le mie considerazioni sulla natura dei luoghi, che professionisti più seri e abituati alla morfologia delle montagne potrebbero facilmente contestare, devo aprire il mio armadio e spoverare gli scheletri ivi nascosti. Ero un'adolescente piena di energie e vitalità. Adesso si potrebbe dire che fumo e bevo troppo. Allora ero in ottima forma. I miei vicini di casa, sempre gli stessi, i limitrofi, quelli che occupano l'altra porzione della casa di Pont, mi chiesero un giorno di fare una gita sul famigerato colle. Non immaginavo dovesse essere una corsa a ostacoli, a chi è più bravo, a chi arriva per primo per umilare chi arriva per ultimo. Ma fu così. Ho un ricordo doloroso e pessimo di quella giornata. Quando sei bambino ingigantisci la portata degli eventi e dei sentimenti e, con estrema difficoltà, li cancelli. Io non ho cancellato l'umiliazione di quel giorno. Di sentirmi inadatta e inadeguata per la montagna. Così mi ripromisi che mai più sarei arrivata sulla cima. La promessa l'ho mantenuta. Qualora vi dovessi ritornare, dovrò farlo con chi sia in grado di dimostrarmi che ne vale la pena, che la montagna è un'esperienza da condividere, non un'esclusiva e un privilegio di pochi eletti.
Su di me
Questa sono io sulla Marmolada, nel luglio del 1970. Deve essere stato allora che ho siglato il mio inveterato amore per i ghiacci eterni.
Foto scattata il 17 maggio del 1970 a Fossal, sulla rampa di scale della casa che ora appartiene allo zio Fabrizio e a mia cugina Antonella.
La festa dell'Assunta. Questa è la prova documentale che sono sempre più alta delle altre quando si tratta di trasportare la statua della Vergine!
Il tempo che fu
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Mio cugino Vittorio Pallabazzer, il quale, senza dubbio, assomiglia in modo impressionante a mio nonno.
Cartolina scritta da mio nonno a mia madre, quando i miei genitori erano fidanzati.
Sulla storia della nostra famiglia, almeno sulle origini etimologiche del cognome, non credo che mio padre abbia mai detto molto al pubblico. Non era né necessario né pertinente.
La famiglia Pallabazzer proviene da un maso di Ortisei, Palvaz, a cui deve anche l'origine del suo cognome. Mio padre si è lungamente espresso nei suoi studi toponomastici sull'etimologia di cognomi come "Palla" e "Pallua". Noi non siamo da meno. Palvaz era un posticino niente male, pieno di paludi e acquitrini. Da lì gli antenati presero le mosse nel 1700, ereditando il suffisso germanico "- er", in quanto derivanti dal maso di Palvaz, che li designava come tali, oggi si direbbe i "Palvaziani". Furono, quindi, detti inizialmente Palavatscher. Con il trasferimento nel Veneto, nei luoghi che vi sono noti, il cognome si è progressivamente italianizzato, passando attraverso Palabatscher, fino all'odierno Pallabazzer. Vedete che anche come filologa sono brava? Ma cosa pensavate che studiassi all'università oltre il norvegese?
sabato 7 maggio 2011
Oil station
Mi sono accorta, tra i tanti cambiamenti che si possono riscontrare in un paese in cui di solito non succede mai nulla, che la stazione di benzina sulla via che porta a Selva funziona solo come self-service. Che fine ha fatto il "petroliere"? E' possibile che Diego Manfroi, l'unica cosa buona di quel tratto di strada, sia stato messo a riposo perché non gli ristrutturano il sito? Mi rivolgo gentilmente all'Amministrazione competente, domando al Consiglio che cosa dovrei fare se, per caso, ho bisogno del cambio immediato dell'olio, mi serve l'antigelo per l'acqua dei tergicristallo o mi va di comprare un arbre magic. O più semplicemente non ho voglia di puzzare di nafta e mi va di essere servita. Alle solite. Mi devo fare 13 km. Mi sa che ci conviene usare la bici o andare direttamente in Arabia Saudita a prendercelo il petrolio (anche perché finché un litro di senza piombo continuerà a costare € 1,567, si spende meno per un volo A/R diretto a Dubai).
Caro Irwin, se nelle prossime Amministrative il cielo dovesse essere così begnigno da farti eleggere e nominare assessore al Turismo, come prima opera, pensa al turista senza benzinaio. Poi, in seconda ipotesi, vai a ingabbiare la cinciallegra, che dicono stia ancora pericolosamente cinguettando sull'albero del povero Silver.
Caro Irwin, se nelle prossime Amministrative il cielo dovesse essere così begnigno da farti eleggere e nominare assessore al Turismo, come prima opera, pensa al turista senza benzinaio. Poi, in seconda ipotesi, vai a ingabbiare la cinciallegra, che dicono stia ancora pericolosamente cinguettando sull'albero del povero Silver.
venerdì 6 maggio 2011
L'Eretica
Sono pessima, cattiva e terribile. Tengo banco a 9 uomini nel chiosco di Silver che si fanno scudo l'un l'altro sconfessando la mia teoria sulle affinità elettive. Sono quella che attraversa la navata centrale della chiesa (anche perché è l'unica navata) la domenica mattina e sente che il soffitto sta per cedere e l'organo per precipitarle in testa. Non scomoderei Newton, in questo caso, interrogandolo sulla legge di gravità. Sono quella, ormai, con gli occhi puntati addosso dalla prima all'ultima fila, come se indossassi il "modello Giuditta" del film di Benigni Il piccolo diavolo. Sono la stessa che siede al bar del sopracitato Silver e tracanna bicchieri di Muller-Thurgau, mentre le signore per bene se ne stanno a casa innanzi al focolare a fare la calza o seguire Vespa su RAI Uno. Sono talmente orrenda che parlo lo stesso linguaggio dei maschi e non mi faccio fregare quando la conversazione si fa pesante e si tinge di grottesche battute sessuali. Sono quella che nessuno affronta a viso aperto, per la strada, ma di cui tutti parlano e, volentieri, sparlano. Sono la tizia che grida a squarciagola che è innamorata di un uomo e non se ne vergogna. Sono quella che fa le cene "random" alle quali non si sa mai chi ci sarà e chi non ci sarà. Sono quella che ha scritto il libro più venduto della pro-loco di Selva di Cadore. Il messaggio che vi lascio è il seguente: se avevo amici, amici veri, continuo ad averli. Quelli che ho perso, in virtù di poche pagine, meritavano di essere dove sono: nell'oblio.
Cena e varie
La cena a Pont è stata magnifica. Abbiamo avuto anche il piacere di ospitare il signor Alberto Sief, il che per me significa rompere le tradizioni e aprirmi un varco nella fiducia popolare (sempre che le intenzioni del suddetto non fossero dirette altrove). Auspico, altresì, che il signor Sief, riferisca, a chi di dovere, l'eccellenza e la qualità dei miei piatti e che, sempre chi di dovere, la prossima volta metta a disposizione uno dei suoi preziosissimi coltelli in porcellana per tagliare il roast-beef. Vorrei, in futuro, evitare commenti sulle mie cene nel bar di Silver per la salvaguardia piena della mia dignità. Spero che Irwin abbia riacchiappato la cinciallegra dall'albero antistante il chiosco oppure dovremmo fornirlo di gabbia adeguata. Tra le "varie" del gossip vi comunico che non ho bisogno di esegeti. "Le pigne del paese" sono la variante comica de "le nuove del pais" e mi guardo bene da identificare con "pigna" una persona precisa. L'idea è nata in macchina durante il tragitto verso Innsbruck con il caro cugino Colleselli, al quale è venuto in mente il sottotitolo "poveri di iodio", giusto perché gli facevo notare come la montagna abbia un deficit in tal senso... Ma perché vi devo giustificare tutto? Non sono forse l'Eretica, the one who wrote the book?
Rifiuti Collesi
C'è da chiedersi dove mettere i rifiuti quando si sta a Colle solo per tre giorni. Mi va bene la differenziata fino a un certo punto, ma vi chiedo: dove lo butto il filo interdentale? Cosa cavolo è il "non-differenziato secco?" Insomma mi sono fatta il giro del paese per trovare un cassonetto verde che non fosse sigillato. Evviva! Gli scarti delle foglie dell'insalata li dovrei dare ai caprioli, ma poi mi si dirà che i caprioli, se si avvicinano troppo alle abitazioni, rovinano gli orti. Decidetevi. Rivoglio il mio cassonetto indifferenziato a Pont.
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